Wednesday, May 18, 2011

The tree of life, the last film of Terrence Malick

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THE TREE OF LIFE - BA VOST
Il regista cult de "La sottile linea rossa" presenta a Cannes la sua ultima opera. Con Sean Penn e Brad Pitt

Per i giovani di Madrid e di tutta la Spagna

Oggi voglio parlarvi di cultura, viva, diretta, di noi giovani, della generazione "lavoro mai" (Nichi Vendola docet), le cui speranze di vita migliore sono rimaste disattese e i cui sogni, non dico di successo, ma per lo meno di autonomia e indipendenza lavorativa, sono andati infranti. Una generazione su cui i propri genitori hanno investito, sperando che un giorno questo investimento desse i propri frutti, ma che invece devono continuare a mantenerli, mentre loro, i figli, si affannano a cercare lavoro. Una generazione di laureati, preparatissimi, con master, dottorati, stages all'estero, ma costretti a paghe che non corrispondono alla loro formazione nè alla loro esperienza professionale. La prima generazione, pare, ad avere un salario di gran lunga piú basso della precedente, per no parlare di quella dei loro padri. 
Da domenica scorsa un movimento nato dal basso e cresciuto grazie al contributo di giovani che vivono in condizioni di precariato, vuoi perchè senza lavoro (in Spagna il numero dei non lavoratoti sfiora i 5 milioni), vuoi perchè con un lavoro ai limiti dello sfruttamento, ha dato vita ad una protesta libera, pacifica, nella piazza del Sol, vero cuore della capitale spagnola e punto zero da cui dipartono tutte le strade che uniscono la Spagna. Quasi seguendo quelle stesse strade, la protesta si è espansa in altre cittá come Granada e Siviglia, con modalitá analoghe. L'aiuto della rete, il cinguettío dei messaggi su Twitter, le immagini riprese con cellulari hanno giocato e continuano a giocare un ruolo determinante nel passaparola, nella volontá di fare massa critica, di unirsi per fare sentire un'unica voce, proprio come è successo nelle recenti rivoluzioni che hanno scosso il Mediterraneo a noi piú vicino. Si tratta della voce di giovani "ni-ni", né lavoro, né studio, giovani che esprimono la loro indignazione, il loro dissenso, che non si riconoscono nell'attuale sistema, che si sentono vittima di una crisi che non hanno provocato, che criticano Zapatero per il suo immobilismo, tutto concentrato a mantenere "il paro" (l'attuale "disoccupazione" per i non lavoratori), piú che intraprendere giuste iniziative per la creazione di lavoro, ma che neanche si riconoscono in Mariano Rajoy, l'attuale leader di destra all'opposizione. Un terremoto fortissimo quello che si sta producendo in questi momenti, proprio alla vigilia di elezioni alle porte per molti comuni e regioni (comunidades autonomas) importanti, come Madrid, sede di entrambi.   
Nessuna bandiera politica, dunque, nè identificazioni con associazioni e sindacati. Solo persone, giovani in maggioranza, spalleggiati da gente della societá civile che condivide le ragioni della loro protesta. In piazza, dunque, accampati sí, ma sdeganti e organizzati, fino a mettere su un sistema di auto-gestione della protesta, con l'organizzazione di cinque commissioni: alimentazione, comunicazione, infrastrutture, azione e attivitá e consultazione legale di fronte a possibili denunce. 
Il movimento prende nome di 15-m, perchè la prima manifestazione si è svolta domenica 15 maggio, convocata da un associazione che ha solo alcuni mesi di vita: Democracia Real Ya. Questa raduna giovani di diversa provenienza ed estrazione sociale, ma con una grande capacitá di organizzazione, tale da riuscire a preparare questa manifestazione in tre mesi dal nulla, senza nessuna copertura mediatica (alla conferenza stampa convocata  nell'Ateneo di Madrid c'erano solo tre giornali), solo grazie all'aiuto dei social networks.
Prossimo obiettivo: resistere fino a protrarre la protesta alla prossima domenica, giorno delle elezioni di cui sopra.
La mia voce vuole unirsi alla loro, in segno di supporto, incoraggiamento e condivisione. Saró con loro in segno di protesta, per documentare e per partecipare attivamente a quello che mi sembra una piccola rivoluzione nata dal senso della societá civile. Il mio pensiero va e andrá all'Italia, dove tutto sembra tacere sotto un silenzio assordante.