Saturday, February 18, 2012

"La maleta de los nervios" al Teatro "Alfil": que risas!

"La maleta de los nervios"
La crisi incombe, le borse crollano, la povera gente non ha un lavoro, ma nel sud spagnolo, in terrra andalusa, nella città di Cadiz, tre donne amiche continuano la loro vita di tutti i giorni incuranti di quello che il mondo attorno sta patendo. Succede così che Marisa, Milagri e Macareni si ritrovano sul balcone della palazzina che condividono come coinquiline a parlare delle mutande dei rispettivi mariti, poi sono alle prese con la mania della cucina e della pulizia, quindi con i figli da crescere a suon di sberle, specialmente se una delle tre ha a che fare con una certa Desiré che vuole fare la comunione vestita da marinaio. Su tutto incombe il momento "no": la cacca del cane di qualche vicino puntualmente si presenta davanti all'uscio di casa, con relativa crisi di nervi di Marisa, la più perfettina delle tre.
Questi alcuni degli ingredienti ad alto dosaggio che propone lo spettacolo "La maleta de los nervios" in programma al teatro "Alfil" in pieno centro di Madrid. Le tre attrici sono comicissime, alternano parti recitate (l'accento andaluso è esilerante) a parti cantate (sembrano la brutta copia di tre show girls di una televisione locale), dimostrando grande versatilità. Lo show merita di essere un po' accorciato su alcuni punti morti. Rimangono "los nervios" alle tre protagoniste e a noi "muchas risas".

La prima volta per colpa di "Elling"

C'è sempre una prima volta.
Succede per la prima volta di lasciare la sala di uno spettacolo, in questo caso teatrale, dopo circa tre quarti d'ora di visione con la certezza che se lo spettacolo non ti "prende" in quel lasso di tempo, difficilmente potrà farlo in seguito. Lo spettacolo in questione si chiama "Elling" ed è attualmente in cartellone al teatro Galileo di Madrid. Provo a interrogarmi sulle cause di questa mancata comunicazione tra lo spettacolo e il sottoscritto e non trovo risposta. Stato d'animo indisposto per la visione di uno pièce teatrale in quella particolare serata? Forse, anche se poi mi conforta il fatto che ad aver lasciato la sala non fossi solo, ma al seguito di un'amica, spettatrice avvezza a spettacoli di ogni tipo non solo perchè li vede, ma anche perchè li produce.
Mancanza di piglio e azione nella storia rappresentata? Magari, anche se poi il resto del pubblico sembrava divertito, specialmente dalle performances di uno degli attori (il più capace in scena) che interpretava il ruolo di un pazzo alle prese con il suo desiderio represso di fare sesso per la prima volta dopo i quaranta.
Se di mancata comunicazione si tratta, il problema sarà allora di capire che cosa si stava rappresentando, dove voleva andare a parare l'autore e/o il regista, cos'era che veniva rappresentato sotto i nostri occhi. Non posso credere che si trattasse solo di meri sketches su due pazzi a farsi da spalla come in un duo comico, a cui si aggiunge l'introduzione di una terza figura non meglio identificata a metà spettacolo.
Il mio sforzo di capire continua...

Gleen Close in "Albert Nobbs"

Gleen Close è una grandissima attrice e avrebbe meritato di vincere l'Oscar già anni fa, come per la interpretazione della Marquise de Merteuil in "Relazioni pericolose". Temiamo che anche quest'anno l'ambita stautetta le sia soffiata in dirittura d'arrivo dalla lady di ferro di Meryl Streep. Altra grandissima. 
Di fatto, Gleen Close merita il premio per il suo ultimo sforzo d'interpretazione, che aggiunge un ulteriore volto alla sua poliedrica personalità d'attrice. Il suo personaggio di Albert Nobbs nel film omonimo convince pienamente per la profondità con cui rende il desiderio di questa donna, travestita da uomo, di uscire dalla condizione infima di vita in cui è sempre stato costretta. Il film dura il respiro di questo desiderio che Albert Nobbs, cameriere di alto rango in una albergo di Dublino, vede realizzarsi nella possibilità di mettersi in proprio, costruirsi una famiglia e avviare una propria attività, comprando con tutti i suoi risparmi un negozio da trasformare in una moderna tabaccheria. Nell'intreccio si alternano personaggi che movimentano la storia e l'aiutano nel suo dipanarsi, come la cameriera interpretata dalla sempre più in auge Mia Wasikowska e il suo bel spasimante interpretato da Aaron Johnson (già conosciuto al grande pubblico per il ruolo del giovane John Lennon in Nowhere Boy). Su tutta la storia regna una senso profondissimo dell'impossibilità di cambiare la realtà, in cui l'ascesa sociale è negata, si è costretti a nascere, vivere e morire nella stessa condizione di vita originaria, a meno che non ci si sacrifichi a vestire i panni di un uomo fino a dimenticare di essere donna, come Albert. La morte di quest'ultimo marchia di ulteriore negatività un destino già segnato dalla nascita e un sogno inseguito per tutta la vita a cui forse altri daranno seguito.

"Albert Nobbs"