Disposta su due piani, la mostra sull’opera cinematografica di Stanley Kubrick ripercorre l’intera carriera del regista, dai primi cortometraggi ad Eyes wide shut, proiettato nelle sale cinematografiche post mortem nel ’99. Si è invitati a seguire il percorso cinematografico del regista, narrato dai materiali fotografici testimoni delle riprese come dalle reazioni della stampa e del pubblico a film, quali il troppo sensuale e disinibito Lolita o l’eccessivamente violento e critico Arancia Meccanica, che suscitarono non poche polemiche e plurevoli perplessità, ma anche a scoprire lati meno noti della personalità artistica del regista statunitense : Kubrick fotografo e, fuori dal set, attento ricercatore per le ricostruzioni storiche dei suoi film (dal celebre — e realizzato, Barry Lindon— agli inediti ed incompiuti « The Aryan Papers », progetto di un film storico sulle atrocità del nazismo lasciato cadere alla notizia della realizzazione di Schindler’s List di Steven Spielberg e Napoleone, che fu sostituito nella scaletta del regista da Barry Lindon, appunto). L’abilità e la minuzia archivistiche di Stanley Kubrick sono davvero ammirevoli.
Entrata della Cinémathèque française con il manifesto della mostra |
Al di là del piacere tutto intellettivo della ricostruzione di un’opera che ha saputo sondare con audacia e spregiudicatezza le più recondite paure ed i più inconfessabili istinti che lo spirito umano cela, rappresentati con una maestria rara nell’uso del linguaggio onirico, con i suoi spettri, i suoi simboli e la sua, spietata e irrazionale, razionalità, lo spettatore appassionato può concedersi il piacere di percorrere le scene di questa serie di film che è ormai parte integrante del nostro immaginario iconico.
Il « Milk Bar Moloko », con tanto di arredamenti insinuanti e sessisti, il suolo lunare di Odissea nello spazio (con tanto di tuta da astronauta originale), le maschere del festino orgiastico che indossano la Kidman e Tom Cruise in Eyes Wide Shut, il labirinto di Shining e la Sala del Consiglio del Dr Strangelove si susseguono in questo percorso che, alienando la realtà esterna, proietta direttamente i visitatori nell’universo onirico del regista.
Un’esperienza da fare !
Fino al 31 luglio alla Cinémathèque française di Parigi.