Wednesday, December 7, 2011

"A dangerous method" by Steven Cronemberg

"A dangerous methos" by David Cronenberg
La storia è alquanto risaputa. L'evoluzione della psicanalisi come nuova disciplina che ha per oggetto l'inconscio, trovò in Carl Gustav Jung dapprima un fervente seguace, nonché discepolo prediletto da Freud, poi un detrattore, un critico, pronto a tradire il maestro verso una tangente, un indirizzo chiaramente "eretico". Cronenberg ne fa una storia accattivante e alquanto romanzata per il grande schermo, intrecciando l'evoluzione del rapporto tra discepolo e maestro con la storia della relazione tra Jung e Sabina Spielrein, una sua paziente che presto trasefirrà sul dottore i propri aneliti sessuali, fino a divenirne l'amante. Tutto si gioca su questi due binari: mano a mano che il distacco tra Freud e Jung si accresce, la relazione tra Jung e Sabina si spegne, lasciando nelle mani di quest'ultima tutto quello che la psicanalisi aveva raggiunto, trasformandola presto in una seguace e in analista lei stessa. Un cast di ottimi attori corona la riuscita dell'opera: Viggo Mortensen (Sigmund Freud), Keira Knightley (Sabina Spielrein), Michael Fassbender (Carl Jung). Quest'ultimo si conferma il nuovo astro nascente di Hollywood. Da segnalare anche la parte di Vincent Cassel come  nel dottore Otto Gross, colui che spinge Jung nelle braccia di Sabina.

Tuesday, December 6, 2011

"Carnage" by Roman Polansky

Presentato all'ultima mostra del cinema di Venezia assente il regista, "Carnage" di Roman Polansky è un serratissimo confronto tra due coppie costrette per un incidente capitato ai propri figli adolescenti ad incontrasi.
"Carnage" by Roman Polansky
Ne nasce un incontro-scontro dove le due coppie, una più alto-borghese e snob, l'altra, più engagé e intelletuale, confrontano le proprie convinzioni sulla maniera di educare i figli, il modo più corretto di farli crescere, etc, etc. Tutto normale se il dialogo si limitasse al caso che ha fatto scaturire l'incontro, ma il confornto degenera, grazie anche all'iuto di qualche sorso di alcol di troppo, passando da un pezzo di torta vomitata a un cellualre molesto che finisce nell'acqua. Ognuno sta solo contro tutti, ma è pronto ad allearsi con chi può occasionalmente parteggiare alla sua visione del mondo, una più cinica e spietata, l'altra più civilmente avanzata ed edulcorata. Tutto all'insegna del politicamente scorretto e delle buone maniere da cestinare.
Ritroviamo una Jodie Foster sempre in gamba ed un po' invecchaita ed una sorprendente Kate Winslet, perfetta nella sua mise di donna di alto rango.

Monday, November 21, 2011

"Le gamin au vélo" by Jean-Pierre and Luc Dardenne

Nel guardare un film dei fratelli Dardenne rimani sempre colpito da fatto che l'opera sembra essersi fatta da sé. Non c'è commozione, compassione, spazio per una compartecipazione minima dei registi al dolore dei personaggi: la macchina da presa sembra muoversi da sola e ritrarre sempre soggetti al margine, con prolemi reali e contemporanei, alle prese con una madre alcolica e puttana, come in Rosette, con malavita e immigrazione ne Il silenzio di Lorna, con un padre assente e che per di più ti rifiuta, come ne "Le gamin au vélo", da poco nelle sale spagnole. Mi si obietterà che la scelta di ritrarre un certo tipo di personaggi è già un'evidente impronta dei registi, ma nei loro film i fratelli Dardenne non sono mai riconoscibili per un giudizio, uno spunto moralistico, al massimo si lasciano andare ad un finale che non peggiora o a una lieve speranza.
Qui il protagonista, che più lotta per vedere suo padre, più viene respinto, viene aiutato da un'improbabile "madrina" che si decide a diventarne tutrice. Lo stile è scarno, ridotto all'essenziale: rimane solo Cyril, il protagonista, la sua passione per la bici e la sua lotta per la sopravvivenza.

Saturday, November 19, 2011

Una commedia tutta da ridere: "Venecia bajo la nieve"

C'è bisogno di ridere di questi tempi e l'occasione buona può essere una commedia dal sapore leggero e divertente. L'opportunità di vedere "Venecia bajo la nieve", in cartellone al teatro Lara fino all'otto di gennaio, è stata la presentazione del "Libro rojo de las artes escénicas", dove la rivista cultural della capitale, EL DUENDE, compie una rassegna dettagliata del meglio della produzione teatrale che vedremo in scena durante questa stagione. Due buone ragioni quindi per assistere a questa commedia, dove due amici dell'Università si rincontrano dopo anni finendo a cena con le relative consorti. Le premesse per la risata facile ci sono tutte: una delle due non parla perchè sull'orlo di una crisi di nervi e lascia intendere di essere una povera straniera, proveniente da un inesistente stato della ex Jugoslavia. L'altra, un po' oca, un po' scema, prende a cuore il caso della prima, fino ad arrivare a litigare con il suo promesso sposo pur di farle piacere.
Ne nasce un tourbillon di doppi sensi, dove una coppia sta per scoppiare, mentre l'altra sta per riconciliarsi.
"Venecia bajo la nieve"

Con Pablo Carbonell, Eva Isanta, Marina San José, Carlos Heredia
Regia: Gilles Dyrek 

Thursday, November 17, 2011

"We are alone...Life is only on earth...and not for long!" by Lars Von Trier in "Melancholia"

"Melancholia"
Attesissimo sin dalla sua presentazione all'ultimo festival di Cannes, il film di Lars Von Trier "Melancholia" esce ora nelle sale spagnole e già suscita reazioni contrastanti. Al termine della proiezione nella sala, chi ha tentato un timido applauso è stato sonoramente travolta da una marea di risate.
Il film ci ha affascinato per la potenza delle immagini con cui rende lo stato di profonda angoscia in cui si ritrovano le due protagoniste: Kirsten Dunst, nel ruolo di Justine, vittima di una depressione che le impedisce di vivere adeguatamente perfino il suo matrimonio; Claire, sua sorella, interpretata da Charlotte Gainsbourg, incapace di controllare la sua paura di fronte all'imminente catastrofe che si profila contro il pianeta terra: un altro pianeta di nome "Melancholia" sta per avventarsi contro il nostro, minacciandone l'estinzione. 
Le due sorelle sono diverse, eppure complementari. Justine è incapace di affrontare la vita quotidiana, le pretese di felicità che gli altri le impongono (come non essere felice il giorno del proprio matrimonio?), ma si rivela forte e quasi stoica di fronte alla crisi, alla minaccia della morte imminente per via dell'impatto della terra con "Melancholia". Sa che nel mondo ciascuno è solo, la vita sulla terra è l'unica forma di esistenza e non durerà a lungo: questo consapevolezza la sotiene e la conforta, nell'ora dell'avvicinarsi alla morte. Claire, invece, una donna tutta d'un pezzo, con una vita stabile, moglie e madre, sorella amorevole fino all'inverosimile, tradisce le sue fragilità quando il film si concentra su di lei e le sue paure: non tollera l'idea della morte imminente, della morte dei suoi cari, della fine della vita, sua e della sua famiglia.
Il film coinvolge, la caratterizzazione di due personaggi è profonda e non lascia tregua nel generare conflitto tra due personalità che difficilmente si conciliano. Poi l'evento naturale prende il sopravvento e il film guadagna un finale fino all'ultimo in dubbio.
Lars von Trier è riuscito a condensare tuttò ciò in immagini di suprema bellezza: Justine, avvinghiata da arbusti e racemi che ne rallentano il cammino mentre tenta di disfarsene, risulta un simbolo iconico della sua lotta contro ciò che la spinge indietro, verso un buio profondo e interiore. Sempre lei vestita da sposa si lascia trascinare via dalla corrente di un fiume a mo' di simbolo del suo abbandono alla vita (citazione evidente della   "Morte di Ofelia" del pittore preraffaellita John Everett Millais).
Il regista sembra continuare qui il suo percorso di indagine sulle ragioni più intime e profonde dell'esistenza umana, della presenza del male nel mondo e della condizione dell'uomo sulla terra. Un percorso, iniziato già con "Antichrist", che ci aveva lasciato con qualche dubbio, ma che ora assurge a maturazione e sviluppo. Meritatissima la palma d'oro alla migliore attrice per Kirsten Dunst, come lodevole è l'interpretazione della Gainsbourg, sempre più apprezzabile nel suo lavoro di attrice.

Friday, October 21, 2011

"The three of life" by Terrence Malick

L'ultimo festival di Cannes ha proclamato "The tree of life" vincitore, gridando al capolavoro. E non si può negare che il film abbia i suoi meriti: un cast eccezionale (Sean Penn, Brad Pitt, Fiona Shaw), una storia dolorosa al centro dell'obiettivo, una regia capace di cogliere momenti di vita privata legandoli alla storia della terrra e dell'universo. Ma tra tanti meriti bisogna anche citare i difetti. Il film arriva ad estenuarci con questo insistere su immagini naturalistiche, di rara bellezza, certo, ma sono troppe e troppe lunghe, quasi costituiscono un film dentro il film.
Intendiamo il tentativo di inserire la storia privata dei due fratelli, del loro difficile rapporto con il padre, all'interno di un quadro cronologicamente e temporalemnte piú ampio. Intendiamo la volontá dell'autore di lasciare che le immagini parlino da sé, con una natura che segue immutato il suo corso indifferente al dolore umano, ed un tempo preistorico, dove l'istinto della sopravvivenza non era poi cosí distinto da quello di un fratello che si sforza di sopravvivere al dolore per la morte di uno dei suoi cari.  
Il tentativo diventa uno sforzo, qualcosa di insistito, si finisce col perdere il filo del discorso e la storia meravigliosa del nucleo familiare si sfalda, perde forma e consistenza per gli innesti continui di cui sopra. Lo spettatore esce stanco e c'è chi non vede l'ora che il film finisca.
Abbiamo amato ("La sottile linea rossa") e seguiremo amando la maniera di Terrence Malick di fare film, ma dubitiamo che questa sia la sua opera piú riuscita.
   
 

Friday, October 14, 2011

"La caída de los dioses" de Tomaz Pandur, Matadero, Naves del Español

Le comparazioni sono odiose. Per questo eviteremo di farne, specialmente se la pietra di paragone sono un maestro come Luchino Visconti, regista del film "La caduta degli dei", e i suoi protagonisti: Silvana Mangano ed Helmut Bergher. L'adattamento teatrale compiuto da parte di Tomas Pandur affascina per la capacitá di prendere le distanze dalla versione cinematografica di Visconti, di farne un lavoro personale e inedito, grazie anche ad una scenografia ben studiata e a costumi disegnati al dettaglio.
Sullo sfondo dell'instaurazione del terzo Reich, assistiamo alla caduta della famiglia Von Essenbeck, dilaniata da lotte interne per la conquista del potere sulle fabbriche di acciaio in loro possesso e gelosie personali dai risvolti sessuali esibiti. La famiglia si scompone, i suoi componenti lottano tra di loro, si uccidono tra loro, lasciando la cena iniziale a cui avevano partecipato sempre piú priva dei suoi commensali. Domina su tutti la figura della baronessa e del rapporto morboso che intrattiene con il filglio Martin. Lui la coccola, la vezzeggia, la ama e la odia, fino a tentare di tutto per distruggerla, arrivando ai limiti dell'incesto.
Le due ore volano veloci. Il ritmo incalzante ammalia lo spettatore e l'accompagnamento al piano sottolinea costantemente i momenti di maggiore tensione. A volte si alternano anche momenti metateatrali in cui i protagonisti fingono di stare provando lo spettaccolo. L'occhio, intanto, si perde tra i dettagli di una scenografia mobile, riflessa continuamente in uno specchio gigante pendente sul palcoscenico.
Fino al 23 di ottobre, al Matadero, Naves del Español. Prezzo: 25 euro; martedì e mercoledì 18 euro.



Thursday, October 13, 2011

"Somewhere" di Sofia Coppola

A Sofia Coppola piace ritrarre personaggi in crisi d'identità. 
"Somewhere"
Nel "Giardino delle vergini suicide", un gruppo di sorelle preferisce la morte piuttosto che affrontare i piccoli, ma già complicati drammi dell'adolescenza. In "Lost in translation" i personaggi interpretati da Scarlett Johansson e Bill Murray incrociano le loro strade quando entrambi cercano di dare un senso alla propria vita, lei nel passaggio al mondo adulto, lui quando già incomincia a fare i conti con la propria vecchiaia. Infine la Maria Antonietta "pop" interpretata da Kirsten Dunst è una giovane sedicenne incapace di adattarsi ad un mondo, quello francese alle soglie della rivoluzione, che non capisce e in cui stenta ad integrarsi.
La variazione sul tema si produce anche nell'ultima prova alla regia della Coppola che risale già ad un anno fa: "Somewhere", che vinse il Leone d'oro per il miglior film alla mostra del cinema di Venezia, complice il presidente di giuria Quentin Tarantino, ex-fidanzato della regista.
Il film risulta meno riuscito dei precedenti. Stanca nel sottolineare di continuo i passatempi che il protagonista usa per riempire una vita vuota ed inutile, fatta di festini, donne che cadono dalle sue mani e impegni lavorativi che lasciano il tempo che trovano. Unico raggio di sole, una figlia, interpretata da una sempre più convincente Elle Fanning, che salva solo momentaneamente il padre, conferendo senso e dignità ad una esistenza mandata avanti per inerzia.
Il giudizio si ferma ad un cinque e mezzo, sperando che la regista faccia gloria al suo cognome ritrovando nuovi contenuti per alimentare i suoi film.

Monday, October 3, 2011

Drive by Nicolas Winding Refn

Presentato in concorso all'ultimo festival di Cannes, "Drive" é stato accolto nella serata di chiusura del S. Sebastian International film festival, il piú importante festival del cinema spagnolo. Qui alcune delle opere maggiori presentate nei festivals europei trovano spazio per mostrarsi prima di essere lanciati nel mercato nazionale spagnolo (lo stesso é successo con  la palma d'oro "The tree of life" di Terrence Malick).

"DRIVE"

Il film ha il merito di presentare una storia inedita e originale: Ryan Goslin (affascinante quanto credibile nel ruolo) interpreta una controfigura per casi di guida ad alto rischio negli studi di Hollywood, ma si guadagna da vivere anche facendo il conducente per rapine che gruppi di bande gli commissionano ad hoc. Lui guida, non armato, prende la sua percentuale una volta che scarica il cliente, non partecipa direttamente all'azione della rapina, si occupa solo di portare in salvo i suoi passeggeeri delinquenti. Le cose si complicano quando una donna, la sempre piú emergente Terry Mulligan (An education, Il denaro non dorme mai, Never let me go) incrocia il suo cammino e la storia prende un ritmo sempre piú incalzante e coinvolgente: lui é disposto a tutto pur di proteggere lei e suo figlio, il piccolo Benito.
Il suo silenzio, la sua timidezza nel parlare é superata solo dalla veemenza nel fornteggiarsi al nemico: quando meno te l'aspetti, usa una forza ed una violenza sconvolgenti, fino a costingerti a girare il volto dall'altro lato quando il sangue scorre a fiumi. Un gusto, quello del regista Nicolas Winding Refn, per il sangue e per il dettaglio del sangue sugli oggetti davvero insitito e ripetuto. Un film che consiglio, anche ai piú sensibili. 


Ryan Goslin


Saturday, September 17, 2011

"La piel que habito"...¿siempre la misma?

Scrivere di Pedro Almodovar e del suo ultimo film "La piel que habito" risulta difficile quando nella sua terra natale sono cosí fortemente divisi tra suoi cultori e suoi detrattori. Non appartenendo né agli uni né agli altri, ci limitiamo ad affermare che il film non lascia indifferenti (mi sembra che nessun  film di Almodovar possa scivolare senza lasciare "colpo ferire"), anche se manca quello che da un po' di tempo rimproveriamo al regista: la capacitá di innovarsi.
Da "Tutto su mia madre" in poi si ha quasi l'impressione di vedere la stessa opera con piccole variazioni sul tema. Cosa cambia veramente nei film del regista spagnolo quando spesso si riducono ad un disperato gioco di conflitti in cui vengono messi in discussione relazioni, generi sessuali, rapporti genitori-figli, il tutto generato da un fatto sconcertante di violazione, morte tragica, omicidio, pedofilia, stupro, che in questo scaso sconfina nel cambiamento di sesso per poi concludersi in un un happy end piú o meno condiviso?
La piel que habito

All'inizio sembra quasi che l'attenzione del regista si soffermi sull'accanimento del protagonista medico (Antonio Banderas, invecchiato, ma apprezabile nel ruolo) per la sperimentazione sulla transgenesi, la possibilitá di superare i limiti etici della medicina incrociando cellule umani e animali per rendere la pelle umana piú resistente. Sarebbe giá una novitá. Poi peró la voglia tutta almodovariana di indagare il torbido delle relazioni umane ha il sopravvento e la lente della macchina da presa si sposta sul passato del medico, sui suoi rapporti con madre, figlia e sposa, fino all'ultima presenza femminile,Vera, una bellissima Elena Anaya, qui alla sua prova piú rivelatrice. 
Il cerchio si chiude con la rivelazione finale e la dualitá del film sembra ricomporsi.
Sicuramente il film tiene sospesi, la tensione non cala per quasi due ore, ma non si capisce bene cosa aggiunge e cosa toglie a quanto Almodovar abbia giá espresso precedentemente. Insomma, cosa c'é di nuovo? Tolta la patina superficiale dell'intreccio, rimane nella bocca il sapore di un frutto giá assagiato, di un piatto giá gustato, di un film giá visto.
Con l'augurio che presto il maestro superi se stesso, esca dai limiti in cui si é imposto, a costo di rimettere in discussione il suo stile, la sua maniera di fare film e riesca a stupirci con qualcosa di fresco e nuovo.
Merita una menzione speciale la colonna sonora originale del film firmata Alberto Iglesias. A lui va il merito piú grande del film per aver saputo sottolineare i momenti di tensione con un ritmo incalzante.

Saturday, September 10, 2011

Mostra rivelazione estiva: Antonio Lopez al Thyssen di Madrid

Non sperate di recarvi al Thyssen e di trovare con certa facilitá un biglietto in giornata per questa mostra temporanea. Né di poterla visitare se non avete prima riservato il biglietto on-line o chiamato il call center per entrate a numero ristretto, cadenzate ogni quindici minuti. La mostra del pittore e scultore Antonio Lopez costuituisce il fenomeno della stagione estiva, capace di attrarre un numero di visitatori insperati per una "capitale senza mare" come Madrid, quando una gita fuori porta ad Alicante o a Cordoba riulta piú appetibile di una mostra al chiuso in centro cittadino.
Il successso é pienamente meritato. La mostra costuituisce una retrospettiva immensa dell'opera del pittore, con opere che includono quadri provenienti da collezioni private e dalla collezione personale dello stesso autore. Di lui colpiscono la calma e la pazienza con cui per anni ha dipinto le vie, i palazzi, le strade di Madrid ad orari precisi, quasi sempre la mattina, all'alba, quando la totale assenza di essere umani rende la capitale silente e forse simile ad una cittá fantasma. 
Gran Vía, 1974-1981. Óleo sobre tabla. © Antonio López. VEGAP, Madrid 2011.

Lopez predilige le viste aeree, i piani alti delle case dove collocare i suoi attrezzi e perdersi a vista d'occhio verso il limite dell'orizzonte. Il pittore é abilissimo a variare anche di pochissimo i soggetti dei suoi quadri: basta un'angolatura, un dettaglio (quasi sempre sbatte in primo piano elementi insignificanti come strisce bianche pedonali, bidoni dell'acqua per risacldamento o tubi si scappamento), il ricciolo barocco di un balcone, per riuscire a creare opere simili a piani in sequenza, a volte con una cura del dettaglio che sfiora la mania, altre volte lasciando allo spettatore il gusto di vedere o immaginare particolari dietro lunghe spatolate di colore.
Gli spazi aperti, certo, ma anche i luoghi chiusi, inserrati, l'interno delle case vuote, la stanza da bagno con ancora sulle piastrelle i segni dell'ultima doccia e poi l'amore per le piante, specialmente l'albero di melocotogno, i melograni, le zucche. Tutti soggeti forti e presenti nella seconda fase della carriera del pittore, dagli anni '90 fino ai giorni nostri, quando Lopez riesce a trovare una propria voce e un proprio codice d'espressione, allontanandosi dalle influenze pittoriche esterne piú visibili nella prima fase della sua carriera (in esposizione nella seconda parte della mostra).

Membrillo, 1992. Óleo sobre lienzo. Fundación Focus-Abengoa. © Antonio López. VEGAP, Madrid 2011.
 Dopo Madrid, l'artista ha giá dichiarato che la mostra sará ospitata a Bilbao, dove si sposterá per dare vita ad un nuovo capitolo della sua carriera, avendo questa volta la stessa cittá basca come protagonista assoluta dei suoi prossimi quadri.

Sunday, June 26, 2011

"La dama con ermellino" di Leonardo in visita a Madrid

"La dama con ermellino"
Lo sguardo fisso e intenso, forse a mirare qualcuno improvvisamente sopraggiunto nella stanza. La mano, dalle dita lunga e affusolate, ritratta nell'atto di accarezzare dolcemente un ermellino in posa. Il volto di una giovane fanciulla dalla posa austera e dall'abbigliemto elegante. Lei é Cecilia Gallerani, amante di Ludovico Sforza, signore di Milano, la fortunata ad essere ritratta da Leonardo da Vinci durante la sua prima permanenza a Milano, tra il 1492 e il 1499. Il dipinto, conosciuto con il nome de "La dama con ermellino" é datato 1488-90. L'opera appartiene alla collezione del Czartoryski Muzeum di Cracovia,  ma ora é possibile visitarla fino al quattro settembre a Madrid, presso il Palazzo reale, nell'ambito della mostra "Polonia, tesori e collezioni artistiche".
La mostra espone per la prima volta in Spagna il meglio del patrimonio storico-artistico polacco, ricostruendo alcune delle tappe fondamentali della storia della Polonia, con particolare attenzione ai secoli XVI e XVIII. I pezzi esposti (quadri, ritratti, oggeti da cerimonia, sciabole e calici d'altare) permettono allo spettatorre  di ripercorrere la storia della nazione polacca, scoprendo il carattere "ibrido" di questo Stato, sempre al limite tra cultura europea e influenze orientali. Quando nell'ultima stanza appare lei, Cecilia, lo spettatore sa di trovarsi di fronte alla vera "star" della mostra. L'attesa non é stata vana, nemmeno esoso il prezzo del biglietto (10 euro). 
Il quadro rappresenta un capolavoro leonardesco perché riassume in sé tutte le caratteristiche della poetica e della tecnica del maestro toscano. Leonardo si avvale dell'uso dello "sfumato" per rendere l'incarnato del volto e delle mani con sottilissime velature, simulando l'epidermide fino ad un realismo sconosciuto prima. L'attento studio del vero si rivela anche nella postura della giovane: grazie alla posizione del corpo verso sinistra e alla torsione del collo verso destra, la figura acquista mobilitá, naturalezza, quasi come se la donna venisse sorpresa nell'atto di ruotare la testa. Il nero della parete e la luce fanno risaltare la figura, la preziositá della sua acconciatura, della collana nera intorno al collo, dei colori vivi della manica. L'identificazione con l'ermellino, che emula nella posa la sua padrona, é totale. L'animale, simbolo di purezza per il suo colore, si riposa nelle mani della donna quasi addomesticato.
Si tratta di un'occasione unica e irripetibile di vedere quest'opera in Spagna. Da approfittarne!


Polonia, tesori e collezioni artistiche
Dal 3 giugno al 4 settembre
Sala delle esposizioni temporali del Palazzo reale di Madrid
Lunedí-Domenica 10h-20h
Visita all'esposizione: 10euro
Visita all'esposizione e al Palazzo reale: 16 euro

Sunday, June 19, 2011

Stanley Kubrick, Il « visionario assoluto »


Disposta su due piani, la mostra sull’opera cinematografica di Stanley Kubrick ripercorre l’intera carriera del regista, dai primi cortometraggi ad Eyes wide shut, proiettato nelle sale cinematografiche post mortem nel ’99. Si è invitati a seguire il percorso cinematografico del regista, narrato dai materiali fotografici testimoni delle riprese come dalle reazioni della stampa e del pubblico a film, quali il troppo sensuale e disinibito Lolita o l’eccessivamente violento e critico Arancia Meccanica, che suscitarono non poche polemiche e plurevoli perplessità, ma anche a scoprire lati meno noti della personalità artistica del regista statunitense : Kubrick fotografo e, fuori dal set, attento ricercatore per le ricostruzioni storiche dei suoi film (dal celebre — e realizzato, Barry Lindon— agli inediti ed incompiuti « The Aryan Papers », progetto di un film storico sulle atrocità del nazismo lasciato cadere alla notizia della realizzazione di Schindler’s List di Steven Spielberg e Napoleone, che fu sostituito nella scaletta del regista da Barry Lindon, appunto). L’abilità e la minuzia archivistiche di Stanley Kubrick sono davvero ammirevoli.
Entrata della Cinémathèque française
con il manifesto della mostra
Al di là del piacere tutto intellettivo della ricostruzione di un’opera che ha saputo sondare con audacia e spregiudicatezza le più recondite paure ed i più inconfessabili istinti che lo spirito umano cela, rappresentati con una maestria rara nell’uso del linguaggio onirico, con i suoi spettri, i suoi simboli e la sua, spietata e irrazionale, razionalità, lo spettatore appassionato può concedersi il piacere di percorrere le scene di questa serie di film che è ormai parte integrante del nostro immaginario iconico.
Il « Milk Bar Moloko », con tanto di arredamenti insinuanti e sessisti, il suolo lunare di Odissea nello spazio (con tanto di tuta da astronauta originale), le maschere del festino orgiastico che indossano la Kidman e Tom Cruise in Eyes Wide Shut, il labirinto di Shining e la Sala del Consiglio del Dr Strangelove si susseguono in questo percorso che, alienando la realtà esterna, proietta direttamente i visitatori nell’universo onirico del regista.
Un’esperienza da fare !
Fino al 31 luglio alla Cinémathèque française di Parigi.

Monday, June 13, 2011

The lastest cultural places in Madrid capital

Espacio cultural Trapézio
Madrid ha fame di cultura. E si vede. Lo scorso mese apriva un nuovo spazio culturale nel pieno cuore di Chueca, conosciuto come uno uno dei quartieri piú vivi del centro cittá, soprattutto per la sua movida gay. L'antico Mercado de San Antón è stato completamente ristrutturato al suo interno, ed oltre ad essere divenuto un mercato con stile simile a quello di S.Miguel (piuttosto moderno, quasi una boutique del cibo), permette anche ai suoi visitatori di rilassarsi nella terrazza dell'ultimo piano, con tanto di bar e vista sulla capitale, o di intrattenersi con le esposizioni di arti contemporanee nello spazio culturale "Trapézio". Lo spazio é stato concepito come luogo per dare visibilitá all'arte contemporanea emergente, seguendo linee di lavoro differenti: programma Cluster, esposizioni collettive tematiche, pogetti commissariati, attivitá educative/divulgative, programma Art Clinic ed eventi partecipativi.
Il 9 di giugno, invece, dopo 6 anni di lavori e ritardi, la cittá é tornata in possesso di un altro spazio culturale: il Conde Duque, che promette di diventare un nuovo punto di riferimento nel panorama culturale cittadino. Grazie ai suoi 68.000 metri quadrati, il Conde Duque include un auditorio per 300 persone, una teatro per 200 posti ed una sala per le esposizioni, con una programmazione diversificata, a prezzi modici. Attualmente in mostra i disegni e le sculture dell'artista olandese Cornelis Zitman, mentre l'auditorio mescola i generi offrendo spettacoli di jazz, chitarra flamenca e musica classica.

Facciata del centro cultural Conde Duque
  Espacio trapézio
  Mercado de San Antón, 2ª planta, Local 16
  Calle Augusto Figueroa, 24. 28004 Madrid.


CENTRO CULTURAL CONDE DUQUE
Dirección:Calle Conde Duque 9 , 28015
Teléfono:(+34) 915 885 165
Metro:Ventura Rodríguez (L3), San Bernardo (L2, L4), Plaza de España (L2, L3, L10)
Autobús:M2, 21 , 1 , 2 , 44 , 74 , 133 , 2 , C
Servicios:Acceso p.c. discapacidad
Web:http://www.esmadrid.com/condeduque

Thursday, June 2, 2011

La mobilitazione non si spegne...

Movimiento 15-m
Giorni di riflessione, di decisioni sul da farsi, di rinserrare le fila, ora che la spinta propulsiva del movimento 15-m é lanciata, ma bisogna assestarla, indirizzarne il tiro. Momenti difficili sono trascorsi, non ultimo quello di sapere que altri "indignados", quelli di Plaza Catalunya, in Barcellona,erano stati oggeto dell'assalto della polizia giorni fa. Il movimento si riorganizza, anche negli accampamenti: ridotti, come il numero delle commissioni; piú snelli e meglio distribuiti nella piazza, per evitare le lamentele dei commercianti che piú volte si erano lamentati per i danni al commercio del proprio negozio. Piú vigilanza, pulizia ed ordine, per evitare che gli attivisti del movimento siano confusi con clochards, ubriaconi e gente di passaggio: tutti benvenuti, purché collaborino e non usino l'accampamento e la confusione per nascondersi o creare complicazioni. Maggiore chiarezza di obiettivi: la modifica dell'attuale legge elettorale sembra una prioritá, come l'utilizzo delle iniziativa di legislazione popolare come mezzo per cambiare il sistema senza essere un partito. Mentre giungono le notizie che altre cittá della Spagna hanno sciolto gli accampamenti (Segovia, Albacete, Toledo, Palencia Burgos y Ávila), si ha intenzione di programmare un nuovo appuntamento il 15 di ottobre per una mobilitazione internazionale. To be continued....

Saturday, May 21, 2011

From Cannes 2011: This must be the place

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THIS MUST BE THE PLACE - Extrait VOST
Arriva attesissimo, il nuovo film di Paolo Sorrentino con Sean Penn.

Plaza Sol(ución): the day after

Splende il sole su Plaza del Sol e rinvigorisce gli animi. Si tratta di una nuova vittoria quella del movimento 15-m perchè a partire dalla mezzanotte di ieri la concentrazione è continuata nella piazza, come in altre cittá di tutta la Spagna. Contro la proibizione della giunta elettorale centrale che ne aveva sancito il divieto, il movimento 15-m è rimasto fermo nelle sue posizioni e postazioni, continuando a chiedere "democraciarealya" (democrazia reale giá) anche fino a dopo le elezioni di questa domenica. Nessuno sgombero quindi,  vuoi perchè si trattava di una concentrazione e non di una manifestazione (cavillo tecnico-legislativo a cui gli indignati si sono appellati), vuoi perchè si tratta pur sempre di una forma di espressione assolutamente pacifica, che invita alla riflessione, proprio come il giorno prima delle elezioni richiede.
Il movimento si propaga con la forza d'urto e d'impatto di un'onda il cui centro è Madrid. Tutte le principali cittá di Spagna sono mobilitate e arrivano in continuazione notizie da ogni angolo del pianeta di manifestazioni di spagnoli e non, a supporto della rivoluzione bianca di questi giorni, per propagarla anche nei propri stati. Il malessere evidentemente non è solo spagnolo, ma globale. Non ultima l'Italia, con manifestazioni programmate nei maggiori capoluoghi giá a partire dai prossimi giorni.
Oggi mi avvicino per consegnare una sedia. L'attivitá è febbrile.Si chiariscono le rivendicazioni del movimento, tra cui l'abolizione di alcune leggi considerate ingiuste (la legge Sinde, contro il download abusivo in Internet), una riforma fiscale a favore delle classi piú svantaggiate, un possibile referendum su monarchia e repubblica in Spagna, riforma della condizioni lavorali, apertura ambientalista contro il nuclerae, democrazia diretta e piú rapprentativa delle realtá locali e microlocali, fine dei privilegi della Chiesa in Spagna. Tra i banchetti informativi alcuni volontari valutano le proposte che vengono dalla gente. Padri e madri con figli si lasciano attrarre dalla zona dedicata all'infanzia, dove i piccoli possono dedicarsi a giocare con i colori. Si organizzano talleres (piccoli corsi di formazione), si pulisce la piazza (che sembra essere piú in buone condizioni ora, che dopo un sabato notte di movida madrileña), mentre l'attivitá della comunicazione (in contatto con il mondo) è continua. La volontaria al megafono annuncia le assemble previste per oggi, mentre guardando in alto mi accorgo che tutti i palazzi della piazza sono stati occupati da striscioni inneggianti alla volontá di espressione, al diritto di rappresentazione popolare, sostituendo il volto dell'ultima testimonial L'Oreal. Sembra quasi un piccolo villaggio autonomo e autosufficiente, con i suoi spazi e i suoi abitanti. La democrazia sembra essere tornata in piazza da dove è nata milleni fa nell'antica Grecia, nell' agorá appunto, dove tutti i componenti della societá civile potevano espressare la propria opinione sulla vita della pólis, cittá in greco. Inutile dire che i politicanti di palazzo rimangono spiazzati da questo fenomeno che rimette in discussione il concetto di rappresentanza popolare. C'è chi dalle file del PSOE riconosce la ragionevolezza di alcune rivendicazioni del movimento, c'è chi come il candidato sindaco di Madrid, Gallardón, preferisce che il sistema si cambi andando a votare alle urne.
Tutti continuano a domandarsi come mai sia nato solo ora questo movimento, questo desiderio di rivendicazione, quando la situazione era giá insopportabile da tempo. E mentre lascio il mio nome e numero di telefono per essere di aiuto como traduttore, penso che solo la forza della disperazione, la sensazione che la misura sia giá colma, che proprio non ce la fai piú ad andare avanti, deve essere stato il motivo scatenante di tutto.


Friday, May 20, 2011

Resistere, resistere, resistere

Fa bene aggirrarsi per piazza Sol di questi tempi. Il movimento di protesta 15-m continua la sua presenza nella piazza anche contro la decisione della giunta elettorale. Parola d'ordine: sopravvivenza fino a domenica 22 maggio, giorno delle elezioni. Il movimento cresce e ingloba fasce di etá e provenienza varie. Anziani discutono con giovani sul da farsi; la signora cinquantenne passa col carrello della spesa e lascia pasta e mele per i giovani che potrebbero essere suoi figli; pensionati, studenti, immigranti si identificano con la causa spagnola perchè sentono che è anche la loro causa; madri con bambini nella culla si avvicinano per cercare informazioni e mettere una firma di solidarietá nei banchetti informativi.
Mi avvicino anch'io e chiedo informazioni sulle rivendicazioni del movimento. Una portavoce mi dice che la revisione della legge elettorale è una delle principali. Aggiunge che in queste ore concitate è difficile trovare una coordinazione, ma quello che importa è continuare a far sentire la propria voce, ad essere presenti, ad incitare alla mobilitazione che si estende a macchia d'olio in altre cittá spagnole, tra cui Barcellona, e anche all'estero, dove gli spagnoli si mobilitano per solidarietá con i propri connazionali. L'onda d'urto sui social networks cresce a dismisura (twitter: #AcampadaSol-@AcampadaSol, blog: http://concentracionsolmadrid.blogspot.com, democraciarealya.es, facebook: acampadasolhasta22m).
Mentre mi parla alle sue spalle si alternano due ragazze con un cartello in cui vengono riportati i beni necessari per il movimento. Non solo viveri, ma anche sedie, teloni per proteggersi dalla pioggia, appoggio logistico e strutturale. L'attivitá della piazza è frenetica, confusa, ma vibrante, appassionante. Uno spirito di solidarietá e condivisione corre attorno ai simboli della cittá, dall'orso di Madrid ricoperto con la bandiera della pace, al cartello del metró, fermata Sol, divenuto "Solución". Intorno alla statua di Carlo III si trova la zona riservata all'accampamento, circondata dalla zona comunicazione con i portavoce del movimento e i computer perennemente connessi. Piú in lá la zona viveri e dietro l'uscita di cristallo della metro, totalmente tappezzata di rivendicazioni, la zona assemblea, uno spazio di discussione aperto dove in queste ore si dovrá decidere come reagire al divieto imposto per i prossimi giorni. Medici volontari sono disponibili in caso di bisogno, come avvocati che consigliano e spalleggiano in caso di problemi con la legge. 
Carico di positivitá riprendo la mia strada. Domani, una sedia inizialmente destinata alla spazzatura sará recapitata personalmente in piazza Sol. 



Yes, we camp: la mobilitazione continua

Giorni febbrili qui a Madrid. La mobilitazione e l'accampamento del movimento 15-m continua. Contro due decisioni prese mercoledí e giovedí rispettivamente da parte della giunta provinciale di Madrid e della giunta generale per le elezioni, in questo caso elezioni amministrative che si svolgeranno questa domenica. La decisione della giunta generale per le elezioni è quella che conta di piú perchè ha valore, in teoria, vincolante e valevole per tutta la Spagna. In base alla legge elettorale in vigore, infatti, sono proibiti qualsiasi atto di propaganda o di campagna elettorale nel cosiddetto giorno di riflessione (il giorno antecedente l'apertura delle urne, in questo caso sabato) e il giorno delle elezioni, domenica 22 maggio. La legge elettorale aggiunge che il giorno della votazione è proibito formare gruppi che possano ostacolare il diritto dei cittadini a recarsi alle urne ed esercitare il loro diritto di voto. In base a ció, la giunta proibisce le concentrazioni e le riunioni a partire dalle zero ore del sabato 21 fino alle 24 ore di domenica 22 di maggio 2011. La decisione è stata presa per 5 voti a favore, quattro contrari e un astenuto.
Attualmente, il movimewnto non ha intenzione di retrocedere. Ribattono che la legge elettorale è ingiusta, che il movimento è apolitico e quindi non rientra nel caso contemplato dalla legislazione elettorale vigente e che si tratta di una decisione che va contro il diritto costituzionale di manifestare pacificamente.  



Madrid, Plaza Sol(ución)

Wednesday, May 18, 2011

The tree of life, the last film of Terrence Malick

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THE TREE OF LIFE - BA VOST
Il regista cult de "La sottile linea rossa" presenta a Cannes la sua ultima opera. Con Sean Penn e Brad Pitt

Per i giovani di Madrid e di tutta la Spagna

Oggi voglio parlarvi di cultura, viva, diretta, di noi giovani, della generazione "lavoro mai" (Nichi Vendola docet), le cui speranze di vita migliore sono rimaste disattese e i cui sogni, non dico di successo, ma per lo meno di autonomia e indipendenza lavorativa, sono andati infranti. Una generazione su cui i propri genitori hanno investito, sperando che un giorno questo investimento desse i propri frutti, ma che invece devono continuare a mantenerli, mentre loro, i figli, si affannano a cercare lavoro. Una generazione di laureati, preparatissimi, con master, dottorati, stages all'estero, ma costretti a paghe che non corrispondono alla loro formazione nè alla loro esperienza professionale. La prima generazione, pare, ad avere un salario di gran lunga piú basso della precedente, per no parlare di quella dei loro padri. 
Da domenica scorsa un movimento nato dal basso e cresciuto grazie al contributo di giovani che vivono in condizioni di precariato, vuoi perchè senza lavoro (in Spagna il numero dei non lavoratoti sfiora i 5 milioni), vuoi perchè con un lavoro ai limiti dello sfruttamento, ha dato vita ad una protesta libera, pacifica, nella piazza del Sol, vero cuore della capitale spagnola e punto zero da cui dipartono tutte le strade che uniscono la Spagna. Quasi seguendo quelle stesse strade, la protesta si è espansa in altre cittá come Granada e Siviglia, con modalitá analoghe. L'aiuto della rete, il cinguettío dei messaggi su Twitter, le immagini riprese con cellulari hanno giocato e continuano a giocare un ruolo determinante nel passaparola, nella volontá di fare massa critica, di unirsi per fare sentire un'unica voce, proprio come è successo nelle recenti rivoluzioni che hanno scosso il Mediterraneo a noi piú vicino. Si tratta della voce di giovani "ni-ni", né lavoro, né studio, giovani che esprimono la loro indignazione, il loro dissenso, che non si riconoscono nell'attuale sistema, che si sentono vittima di una crisi che non hanno provocato, che criticano Zapatero per il suo immobilismo, tutto concentrato a mantenere "il paro" (l'attuale "disoccupazione" per i non lavoratori), piú che intraprendere giuste iniziative per la creazione di lavoro, ma che neanche si riconoscono in Mariano Rajoy, l'attuale leader di destra all'opposizione. Un terremoto fortissimo quello che si sta producendo in questi momenti, proprio alla vigilia di elezioni alle porte per molti comuni e regioni (comunidades autonomas) importanti, come Madrid, sede di entrambi.   
Nessuna bandiera politica, dunque, nè identificazioni con associazioni e sindacati. Solo persone, giovani in maggioranza, spalleggiati da gente della societá civile che condivide le ragioni della loro protesta. In piazza, dunque, accampati sí, ma sdeganti e organizzati, fino a mettere su un sistema di auto-gestione della protesta, con l'organizzazione di cinque commissioni: alimentazione, comunicazione, infrastrutture, azione e attivitá e consultazione legale di fronte a possibili denunce. 
Il movimento prende nome di 15-m, perchè la prima manifestazione si è svolta domenica 15 maggio, convocata da un associazione che ha solo alcuni mesi di vita: Democracia Real Ya. Questa raduna giovani di diversa provenienza ed estrazione sociale, ma con una grande capacitá di organizzazione, tale da riuscire a preparare questa manifestazione in tre mesi dal nulla, senza nessuna copertura mediatica (alla conferenza stampa convocata  nell'Ateneo di Madrid c'erano solo tre giornali), solo grazie all'aiuto dei social networks.
Prossimo obiettivo: resistere fino a protrarre la protesta alla prossima domenica, giorno delle elezioni di cui sopra.
La mia voce vuole unirsi alla loro, in segno di supporto, incoraggiamento e condivisione. Saró con loro in segno di protesta, per documentare e per partecipare attivamente a quello che mi sembra una piccola rivoluzione nata dal senso della societá civile. Il mio pensiero va e andrá all'Italia, dove tutto sembra tacere sotto un silenzio assordante.

Sunday, May 15, 2011

Socìetas Raffaello Sanzio: "On the concept of the Face, regarding the Son of God"

Non è uno spettacolo per stomachi leggeri. La compagnia Raffaello Sanzio porta al Festival de otoño en primavera di Madrid una performance di 40 minuti che lascia le stesse conseguenze di un pugno ben assestato: padre e figlio alle prese con l'incontinenza senile del primo.
Nessun desiderio di edulcorare la realtá, né di facilitare la fruizione dell'opera. Lo spettatore assiste ad una scena che sembra di vita quotidiana, tutta giocata sul contrasto. Sottilmente si insinua e va crescendo lo sconforto, mano a mano che il figlio cerca di autoconvincersi della tranquillitá della situazione vissuta. Invano si ripete: "Tranquillo, papá, va tutto bene, finiamo subito", mentre il bianco (volutamente bianco) dello scenario e degli elementi scenici si tinge di sporco e merda.
Vera presenza scenica dell'opera è il volto di Cristo di Antonello da Messina, che incombe immenso sulla sala e assiste dallo sfondo alla scena che si svolge sotto i suoi occhi imperscrutabili. Il gesto finale, liberatorio, dell'abbraccio del figlio al volto stesso sembra essere la unica via d'uscita, l'unica possibilitá di salvezza per una situazione divenuta insostenibile. Poi la conclusione inattesa: lo squarcio della tela su cui è effigiato il volto lascia svelare una frase in inglese che genera piú dubbi che certezze.
L'applauso meritatissimo ci restituisce ad una piú realtá piú confortante, ma l'invito alla riflessione ha avuto il suo effetto. Quale sia il volto di Cristo nella realtá del XXI secolo? In questo caso assume le sembianze di un vecchio che ha bisogno di essere aiutato e guidato.
L'opera è riuscitissima perchè non lascia indifferenti, genera interrogativi (un padre genera un figlio perchè un giorno lo guidi e lo accudisca nella vecchiaia?), si apre a piú letture (assumere in questa vita il peso di una persona incapace e demente non significa prendere sulle proprie spalle una "croce", come Cristo con tutti i peccati o la merda del mondo?), a richiami di salvezza o dannazione sperimentati in questa vita che risentono sicuramente della lettura di Dante (ormai leggendaria l'adattazione dell'epopea dantesca per il festival di Avignone nel 2008), coinvolge tutti i sensi, grazie anche all'aiuto della colonna sonora originale di Scott Gibbons.
Chapeau a Romeo Castellucci, cofondatore della compagnia, autore e regista dell'opera.
Lo sfondo con il volto di Cristo in "On the concept of the Face, regarding the Son of God"
Info about next shows of this performance in Europe

From Cannes 2011: "Restless" the last film of Gus Van Sant

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La storia di due giovani, Enoch e Annabel, e della loro fascinazione per la morte.
Interpretato da Henry Hopper, figlio del piú celebre Dennis, e da Mia Wasikowska, l'"Alice" nel film di Tim Barton, il film viene presentato a Cannes ha aperto la sezione "Un certain regard".
Resteless, a film by G. V.Sant

Saturday, May 14, 2011

Documenta Madrid 2011: Retrospectiva EICTV-San Antonio de los Baños

Escuela Internacional de cine y tv de San Antonio de los Baños-Cuba
Oggi sono un po' meno ignorante di ieri. E se un festival ha il merito di farci scoprire realtá culturali nuove e istituzioni  preposte alla promozione della cultura ha giá raggiunto uno dei suoi obiettivi.
La retrospettiva parallela al concorso ufficiale di Documenta Madrid dedicata a la Escuela Internacional de cine y tv di San Antonio de los Baños in Cuba ha il merito di farci scoprire esistenza di una istituzione che da 25 anni costituisce un vivaio di giovani talenti. Qui hanno la possibilitá di formarsi al mondo dell'audiovisuale alunni provenienti da tutto il mondo grazie a lezioni impartite da docenti e professionisti altrettanto internazionali. Un luogo di confronto, di scambio, di riflessione e apprendimento sulla settima arte.  Documenta Madrid ci regala un assaggio di questa fucina del cinema grazie a questa retrospettiva che è stata anche un modo per riunire i vecchi alunni della scuola e rivedere i loro corti a distanza di tempo. Tutti di ottima qualitá, ambientati a Cuba (verrebbe da chiedere come convive la scuola con il regime castrista), mossi da un intento documentalistico nei confronti della gente dell'isola, del loro modo di vivere, a volte conflittuale, come in "Bajo el mismo techo" (Sotto lo stesso tetto), a volte lontano da tutto e da tutti, cosa che permette di riscoprire il valore del silenzio, come Dioniso, protagonista de "Nada con Nadie" (Nulla con Nessuno).  

From Cannes 2011: Tilda Swinton, Ezra Miller, John C. Reilly in We need to talk about Kevin, a film by Linne Ramsay



Con una magnifica Tilda Swinton e il giovane rivelazione Ezra Miller, aspettiamo con trepidazione l'uscita nelle sale dell'ultimo film di Linne Ramsay, in concorso a Cannes 2011.

Saturday, May 7, 2011

Matadero Madrid: a real example of cultural management

Per chi si aggiri nelle zone a sud di Madrid una tappa obbligata di qualsiasi giro culturale è il Matadero. L'antico mattatoio della cittá é stato completamente ristrutturato e trasformato in un enorme vivaio per l'arte contemporanea. I diversi padiglioni, che conservano la struttura antica originale, sono stati ridotti internamente alle sole strutture portanti in cemento per lasciare totalmente spazio a zone immense, dove possano incontrarsi e scontrarsi, arti visive, lettura e letteratura, arti sceniche, cinema, musica, urbanismo ed ecologismo.
Si tratta di un vero e propio lavoro di ingegneria culturale: la riabilitazione di un antico edificio cittadino ha perso il suo antico valore d'uso per essere trasformato in un polo di creazione e sperimentazione dei vari linguaggi culturali contemporanei, proprio in una zona della cittá depressa e fuori dai circuiti culturali.
Naves del Español
Attualmente il complesso è ancora un cantiere di lavori in corso a cielo aperto. Gli spazi giá disponibili sono: "Las naves del Español", dedicata alle arti sceniche, costituita da una sala teatrale, un caffé-zona ristore e una parte destinata a saggi e talleres tecnici; la cineteca, sede permanente del festival Documenta Madrid 2011; la centrale del disegno, dove hanno spazio i progetti relazionati al disegno grafico, industriale e di interni. Prossima, rispettivamente in giugno e autunno 2011, l'apertura di Nave 16 e La casa del Lector. La prima sará lo spazio interamente dedicato alle arti visive, con piú di quattromila metri quadrati a disposizione; la seconda, lo spazio dedicato al lettore, alla lettura e alla sua promoziome.
Attualmente da vedere, nella zona "Abierto por obras" (la camera di refrigerazione dell'antico mattatoio), la mostra "Sistema métrico campo de fútbol"di Hisae Hikenaga (dal 18 marzo al 22 maggio), artista di origine messicana che si interroga sul concetto di misurazione e sui diversi mezzi per misurare una superficie e uno spazio.
Logo Matadero


Per info su tutte le attivitá del Matadero, www.mataderomadrid.org
Matadero Madrid                         Orari di apertura
                                                       16-22 Martedí - Venerdí
Plaza de Legazpi 8                        11-22 Sabato, domenica e festivo
28045 Madrid                                Lunedí chiuso
T 915177309                                  Entrada libera



Friday, May 6, 2011

Documenta Madrid 2011

Con una cerimonia leggermente "low budget", ma con una dose di originalitá e ironia da parte della padrona di casa, si è inaugurata ieri nel Teatro Fernán Gómez l'ottava edizione del Festival internacional de documentales de Madrid "Documenta Madrid", in programmazione dal 6 al 15 maggio 2011. Questa edizione propone la visione di 60 pellicole, ripartite tra le due competizioni ufficiali, Nazionale e Internazionale, con una serie di eventi collaterali che promettono di essere altrettanto appetibili. Vi segnaliamo alcuni di essi.
Primo fra tutti, il tributo a Vittorio de Seta, regista di origine calabrese, oggetto di una recente riscoperta da parte di Martin Scorsese e, grazie a lui, rivisto in festival come il Tribeca di New York del 2005 o in retrospettive a lui dedicate, come quella del Moma nel 2006. Si tratta di un regista attratto dalla sua terra natale, dal prodondo Sud Italia, ancora legato alla terra, al lavoro di contadini e pescatori, prima che il boom economico degli anni '58-'63 rendesse l'Italia un paese moderno e industrializzato. Abitanti di remoti paesi calabresi o pescatori alle prese con la matanza del tonno sono i protagonisti dei suoi documentari, dal sapore verghiano, antico, mitico, come la terra o il mare a cui appartengono.
Desta interesse anche la retrospettiva dedicata a la Escuela Intrernacional de Cine y Tv de San Antonio de los Baños, Cuba, un' istituzione di rilevanza mondiale nell'ambito del cinema. Fondata nel 1986 con il chiaro intento di sviluppare il talento di studenti provenineti da Latino-America, Africa e Asia, la scuola si è trasformata in un punto di riferimrnto per tutti i professionisti del cinema, con insegnanti e allievi provenienti da tutto il mondo, attratti da un insegnamento pratico, aperto alle innovazioni e alle sperimentazioni del mezzo cinematografico. 
Infine, vi segnaliamo "Panorama árabe contemporáneo V: estereotipos arabes en los medios", una selezione di video documentari con cui si cerca di far fronte e svelare i pregiudizi sul mondo arabo che popolano i mezzi di comunicazione. Alcune proiezioni oltre la durata del festival.
Buona visione!
Opening gala - Documenta Madrid 2011  

Documenta Madrid 2011
6-15 maggio 2011
Madrid, in varie sedi