Wednesday, February 23, 2011

Una mostra rivelazione : “America fría” alla Fundación Juan March

Per gli appassionati di mostre che sono come un faro acceso su zone sconosciute della storia dell'arte, la  Fundción Juan March offre un ottimo spunto per conoscere la storia dell'astrattismo latinoamericano nel periodo compreso tra il 1934 e il 1973. La mostra ci ha colpito per la maniera accurata con cui sono stati dettagliatamente ricostruiti i rapporti tra Europa e Latinoamerica nel travaso dei principi dell'arte astratta dal primo al secondo. 
Grazie ad un percorso tematico, con sale che ospitano opere selezionate tra il meglio della produzione artistica di ogni paese, la mostra riesce perfettamente nell'intento di offrire al pubblico una vasta panoramica sopra lo sviluppo interno, tutt'altro che lineare, di questa corrente artistica e dei suoi esponenti, allontanando per un attimo l'idea di un sud del continente americano necessariamente "caldo" e "appasionato".  
La mostra è un fiore all'occhiello della Fondazione, che offre una programmazione culturale in vari ambiti di altissimo livello. Lontani anni luce dalle mostre block-buster alla Goldin, dove un'opera universalmente nota e cento minori bastano a riempire i botteghini, o dalle mostre  "ever green" che si aggrappano al nome dell'artista sempre in voga (vedi alla voce impressionisti) di cui ormai sappiamo tutto e su cui ormai è stato scritto tutto. Gratuita sia la mostra che la visita guidata. Sentitamente ringraziamo. More info in Spanish

Jesús Rafael Soto
Rotation, 1952
(Rotación)
Óleo sobre contrachapado
Centre Pompidou, París. Musée national d'art moderne / Centre de création industrielle. Adquisición en 1980
La abstracción geometrica en Latinoamérica (1934-1973)
11 febbraio - 15 maggio 2011
Fundación Juan March
Castelló, 77. Madrid

Horario 
Lunes a sábado: 11.00 a 20.00 hs. Domingos y festivos: 10.00 a 14.00 hs. 

Visitas guiadas gratuitas 
Miércoles: 11.30 - 13.00 hs, Jueves: 17.00 - 18.30 hs, Viernes: 17.00 - 18.30 hs.

Tuesday, February 22, 2011

Street art Madrid: a selection of Malasaña's graffiti

In the city center of the Spanish capital, in a neighborhood called Malasaña, the traders of more than a dozen streets decided not to fight against the graffiti artists who normally used their metal shutters for their graffiti’s, but to ally with them. The traders let the artists paint the metal shutters freely on Sunday 06 February, when a lot of artists came to Madrid from the rest of Spain and Europe to express their creativiaffiti’s are still visible in Madrid .
As I know, this initiative called ""Persianas libres"" (free shutters) was born in Barcelona in the neighborhood of Guinardó on July 30th 2009. Unfortunately the initiative has not been very well received by the city of Barcelona, where the traders and the graffitists can have a fine for painting the shutters.


 
 


Monday, February 21, 2011

The Black swan ovvero il fascino del male

Natalie Portman in "Black swan"
Contrariamente alla maggior parte delle critiche recentemente apparse in occasione dell'uscita nelle sale spagnole dell'ultimo film di Darren Aronofsky "The black swan", credo che il film non sia la storia di un incubo, bensì di una trasformazione. E le trasformazioni non necessitano di travalicare i limiti del reale, ma possono tranquillamente darsi nella realtà di tutti i giorni, anche se con lentezza e con profonde ripercussioni sulla vita di chi le subisce. Che il film assuma poi i contorni di un "horror" o di un "thriller" per via delle proiezioni  sulla realtà di una mente disturbata come quella di Nina, la protagonista, questa mi appare come una precisa scelta del regista o se volete un suo "modus operandi", una sua maniera di trattare il reale.

La storia di una trasformazione, dicevo. E gli ingredienti ci sono tutti: il maestro, interpretato da Vincent Cassel, che insegna a Nina la via per trasformarsi da dolce ed eterea, in maliarda e affascinante; una rivale (Mila Kunis) che incarna tutto quello che lei non è e che dovrebbe essere; una madre, fallita ballerina ma necessaria presenza perchè le impone quelle proibizioni che tanto la affascinano sino a perdersi in esse. Infine Nina. Non c'è nulla che lei non abbia per interpretare la parte del cigno nero, perchè la "sweet girl" possiede già in sé il seme di un lato oscuro che ha solo bisogno di venire alla luce. Toccati i tasti giusti, Nina sarà capace di essere i due lati del cigno, vincendo la sua più acerrima nemica, ossia se stessa (o la parte buona di essa).
La trasformazione è totale, si consuma al ritmo della musica di Tchaikosky, regalando al pubblico  un'interpretazione perfetta ai limiti del sacrificio estremo. Nina ha il volto di Natalie Portman, protagonista assoluta del film. Il suo talento la consacra tra i più grandi attori viventi. Rende la fragilità del personaggio e la sua attrazione per il male quasi palpabile, mentre la regia di Aronofsky sa saggiamente istillare paura e senso della perdizione in maniera lenta e progressiva, fino ad esserne sovrastati.   

Tuesday, February 15, 2011

1000 Words Photography Magazine Blog: Carrie Levy

1000 Words Photography Magazine Blog: Carrie Levy: "All images © Carrie Levy This project came across my desk a few days ago via one of our contributing writers, Susan Brig..."

Friday, February 11, 2011

Oasis Linares



¡Qué guapa eres, Carmen!

De esta manera ayer en el Teatro Price de Madrid se agasajaba a la portentosa garganta y veterana cantaora de flamenco Carmen Linares que en el XIX Festival de Flamenco Caja de Madrid estrenaba su espectáculo dedicado a la memoria del inigualable y precursor de la introducción de la poesía de los grandes poetas españoles en el flamenco, Enrique Morente.

El espectáculo centrado en la poesía del poeta Miguel Hernández, contaba también con la colaboración de Tino di Geraldo, percusionista jazzístico y con Tomasito cantaor y bailaor jerezano poco corriente en cuestiones del más puro baile y cante flamenco pues en su estilo rompedor puede hacer guiños al rap o hacer un taconeo sentado en una silla.

La parte poética acompañada de cajón, guitarra o de los momentos más intensos y de más profundo sentimiento como el acompañamiento al piano de la voz de la maravillosa Carmen Linares se entremezclaba y rompía con el torbellino y la raza de Tomasito y su grupo de coros y palmeras cerrándose el show con la poesía de M. Hernández "Casilda del sediento" en la prodigiosa voz de Carmen Linares como tributo al llorado Enrique Morente.

El espectáculo Oasis Abierto no defraudó y es que ver a Carmen Linares con todo su poder expresivo es todo un lujo para los sentidos y no apto para los carentes de sensibilidad.En estos tiempos de crisis ver a Carmen Linares es un refugio.

“Oasis abierto a todas las arenas del desierto” (Miguel Hernández)



Arena del desierto
Soy, desierto de sed
Oasis es tu boca
Donde no he de beber
Boca: oasis abierto
A todas las arenas del desierto
Húmedo punto en medio
De un mundo abrasador,
El de tu cuerpo, el tuyo
Que nunca es de los dos
Cuerpo: pozo cerrado
A quien la sed y el sol han calcinado

Thursday, February 10, 2011

Casa encendida II : Mostra fotografica "Generación 2011"

La seconda mostra visibile attualmente nella Casa encendida raccoglie il lavoro di dieci giovani artisti (la più giovane è dell'83) che sono stati selezionati all'interno del progetto "Generación 2011", con il quale la Obra Social Caja Madrid intende dare visibilità al giovane panorama di artisti spagnoli o residenti in Spagna. Giustamente è stato notato come il "luogo", in tutte le sue forme e accezioni, sia stato oggetto involontariamente comune dell'indagine di questi artisti, segno chiaro di un attenzione forte all'ambiente che ci circonda. 

Tra i dieci abbiamo concentrato la nostra attenzione su tre che più hanno richiamto la nostra attenzione.
Las Cumbres di Pablo Serret de Ena. Cinque video installazioni in cui si raccontano piccole storie di lotta, di superamento, di confronto con i propri limiti a cui ciascuno di noi può essere confrontato durante la propria esistenza, senza necessariemente dover entrare negli annali di Storia. I video sono sormontati da una bandiera, posta a simbolo della propria vittoria, del raggiungimento del propio traguardo. 
 
Registro anómalo de recontextualización di Elena García Jimenez. Il titolo sottolinea la volontà di registare, secondo i propri codici artistici, la difficoltà di ambientarsi in una realtà, in questo caso Berlino, diversa dal proprio luogo di nascita. Lame sottili di foto diverse intrecciate tra loro come i fili di una vita fatta di scontinui spostamenti, riambientazioni o appunto "ricontestualizzazioni". 
Growing up di Juan Margolles
Si tratta di un lavoro sopra la dialettica tra spazio urbano e spazio naturale. Foto quasi in sequenza, simili tra loro, che ritraggono in verticale grattacieli della periferia berlinese che sembrano improvvisamente sorti dalla natura. Grattacieli condannati alla solitudine perchè rompono la magia dello spazio verde sotto un cielo indifferente. Una perfetta metafora del vivere umano nell'età contemporanea.   
Mostra fotografica "Generación 2011"
La Casa encendida, fino al 13 marzo 2011
Entrada libre.
 

Wednesday, February 9, 2011

Casa encendida I : Mostra fotografica "Desaparecidos" di Gervasio Sanchez






La Casa encendida, uno dei luoghi più significativi della capitale spagnola per l'offerta di arte contemporanea e la sperimentazione sulle relazioni tra cultura, società e ambiente, ospita contemporaneamente due mostre differenti: "Desaparecidos" di Gervasio Sanchez e "Generation 2011".
La prima costituisce una parte dell'enorme lavoro che ha accompagnato la lunga carriera di  fotogiornalista di Gervasio Sanchez: un documentario per immagini in cui l'autore  ritrae i vari momenti della storia dei "desaparecidos" in varie parti del mondo. Cominciando dalla loro detenzione in prigione o in luoghi di tortura lasciati vuoti e spesso trasformati in momenti alla memoria, il fotografo si sofferma sulla lunga e lenta attesa dei familiari superstiti alla scomparsa dei propri cari. Un'attesa spesso finita nel doloroso atto di riconoscimento dei corpi, quando a distanza di anni vengono ridati alla luce. 
Impressionante la sezione chiamata "objetctos" per la profonda importanza che i familiari delle vittime attribuiscono alle cose appartenute ai propri cari prima della loro scomparsa. Un peluche, una camicia, un libretto universitario si caricano di un forte valore affettivo perchè oggetti che simboleggiano la pazienza dell'attesa ma anche l'impossibilità di rinunciare a credere che quella stessa attesa sia solo temporanea.   
La mostra è suddivisa per sezioni tematiche e abbraccia tutto l'arco dei viaggi compiuti da Sanchez in America latina, Asia ed Europa. Da notare l'ultima sezione dedicata al caso dei desaparecidos in Spagna, che secondo una intervista rilasciata a "El Pais", risulta essere la parte più recente a cui l'autore si sia dedicato. 
La mostra risulta toccante, a tratti forse incede nel macabro quando per eccessivo zelo da documentario si sofferma troppo sul doloroso ma necessario riconoscimento dei cadaveri (più di un terzo della mostra). Lamentiamo l'impossibilità di vedere la totalità del lavoro di Sanchez data la suddivisione della mostra in tre città e spazi differenti: non è stata prevista infatti una rotazione delle parti da esibire alternativamente tra la Casa encendida di Madrid, il Centre de Cultura Contemporanía de Barcelona e il Museo de Arte Contemporáneo de Castilla y León.



La exposición fue inaugurada en el MUSAC el día 29 de enero y se podrá visitar hasta el 5 de junio; en el CCCB del 1 de febrero al 1 de mayo y en La Casa Encendida del 2 de febrero al 20 de marzo de 2011.

Entrada libre.

Festival "Escena contemporanea": "Les Commerçants", videoinstalación de André Gingras

L'importanza del corpo quale strumento fondamentale del proprio lavoro. L'uso del corpo e le sue derive quando il lavoro lo costringe alla mercificazione (da qui il titolo "Les commerçants"?), ad  un abbassamento a mero mezzo di garanzia per la sopravvivenza. Riflette su queste tematiche la videoinstallazione di André Gingras, aperta al pubblico nel vestibolo del Teatro Circo Price, all'interno del festival "Escena contemporanea" di Madrid. Tre video-ritratti, ciascuno di sette minuti, in cui altrettanti interpreti raccontano il proprio vissuto a passo di danza o di movimenti lenti e coordinati.

François Sagat è un attore porno, il cui volto, a tratti innocente, tradisce la statura muscolosa e imponente che il suo lavoro richiede. Lucie Bertaud, campionessa europea di box, sembrerebbe una donna quasi timida e introversa quando la telecamera la sorprende in primo piano, salvo poi rivelare la possenza del suo fisico nelle immagini per intero. Founaz Bounechada, invece, esibisce un corpo tonico e leggero, come richiesto ad un acrobata circense. 
Se è evidente il duro allenamento fisico a cui i tre devono quotidianamente sottoporsi, lo sono meno le conseguenze personali e sociali che il proprio lavoro ha avuto sulle vite di ognuno.
François Sagat
François e la spossesione del suo corpo: "Llegué a pensar que este cuerpo ya no me pertenece, nos pertenece", perchè un corpo dato alla società per piacere diventa oggetto altrui.  A ciò si aggiunge la difficoltà di avere relazioni serie stabili: "Pero me siento muy a gusto solo. El amor es sólo una una palabra. Es algo que pide mucho esfuerzo."
Lucie e la mascolinizzazione del suo fisico, dovuta ad un training che è iniziato con boxeurs del sesso opposto: "Me entrené durante dos años con el equipo masculino. Era la única chica". Una professione dalle caratteristiche simili ad una discesa in campo di battaglia: 
"Estoy siempre como en estado de guerra", dove la paura e il suo controllo giocano un ruolo determinante. 
Fouaz e il confronto con la morte, il senso del limite con cui misurare se stesso e le proprie capacità, ma da non valicare mai: "El circo fue creado para enfrentarse a la muerte. No tenemos miedo de morir y desafiamos a la muerte". In lui traspare anche un altro fattore determinante: l'impossibilità di vivere per tutta la vita di un lavoro che ha come proprio perno il corpo: "Siempre he pensado en el futuro, en realación con mi profesión, sobre todo. Espero ser capaz de continuar haciendo esto a los cuarenta anos, pero estoy casi seguro de que será  imposible".

Il lavoro di André Gingras è affascinante per forme e contenuti:  una riflessione sul corpo attraverso schegge di vita vera, resa in una maniera quasi palpabile attraverso un racconto fatto di immagini, volti e dettagli  fisici. Peccato che la fruizione dell'opera sia alquanto disturbata dalla collocazione in un luogo, l'entrata principale del Circo Price, continuamente affollata di visitatori in entrata e uscita.    


DANCE WORKS ROTTERDAM /
ANDRÉ GINGRAS

PAÍSES BAJOS / FRANCIA
Idioma: FRANCÉS (SUBTÍTULOS EN INGLÉS) y con TRADUCCIÓN AL ESPAÑOL DISPONIBLE EN PAPEL
Duración: 23 MINUTOS
Año de producción: 2009
Inauguración: 5 de febrero 18 h
DEL 6 DE FEBRERO AL 13 DE FEBRERO DE 17 A 20 H
Teatro Circo Price 
Estreno en ESPAÑA

Monday, February 7, 2011

Nuevo "catch" de "impro": esilerante!

Se sul finire dello scorso anno avete perso "Corten" al teatro Canal di Madrid, ora non potete perdere il divertentissimo spettacolo Nuevo "catch" de "impro", in cartellone al Pequeño Teatro Gran Via fino a fine mese.
Nuevo "catch" de "impro"
Rispetto al precedente "Corten", si tratta di una piccola variazione sul tema dell'improvvisazione, dove attori preparati ad accogliere ogni stimolo e suggerimento del pubblico inventano ogni sera uno spettacolo diverso, una storia tutta da ridere, con tanto di accompagnamento musicale e grafico. Con  Nuevo "catch" de "impro" la compagnia ImproMadrid Teatro si diverte a rendere lo spettacolo ancora più vario e accattivante, mettendo in scena due squadre di attori pronti a sfidarsi al meglio di sei scenette improvvisate. Non più un'unica storia, quindi, ma diverse, di cui il pubblico è ancora una volta il vero protagonista. Il pubblico sceglie il tema su cui gli attori dovranno inventare le loro improvvisazioni, indicando di volta in volta le modalità e le forme dell'agire scenico e decretando infine il vincitore.
Nel suo insieme lo spettacolo risulta esilerante, grazie ad attori pronti a dare fondo a tutta la propria capacità  inventiva pur di aderire sul momento agli stimoli di un pubblico spesso "ardito"nelle sue scelte.

Nuevo "catch" de "impro"

Pequeño teatro gran via
c/ gran via, 66 - 28013 MADRID
En cartel: del 11/02/2011 al 26/02/2011 (prorrogado)
A las 23h los viernes
A las 23h59 los sábados

Saturday, February 5, 2011

Pa"gag"nini: un vero e proprio "disconcerto"

Estreno Pagagnini
Se il programma dello spettacolo Pa"gag"nini prevede l'esibizione di quattro musicisti classici, di cui il più importante è  Ara Malikian, conosciuto in tutto il modo per essere un "geniaccio del violino", i più tra voi penseranno di trascorrere la serata sbadigliando o fingendo di essere falsamente interessati. In realtà, lo spettacolo presenta più di motivo per restare svegli.  Già il titolo mette sull'avviso. Infatti, il genio istrionioco di Malikian, unito all'estro creativo dei suoi tre compagni  provenienti dal collettivo Yllana, crea uno spettacolo divertente, dissacrante e fuori dal comune.


Il quartetto alterna composizioni musicali, perfettamente eseguite, ma riviste e aggiornate in chiave contemporanea,  con sketchs ironici e irriverenti, generando una vero e proprio anti-concerto classico. Senza dialogare, ma pronti a muoversi, a ballare, a inscenare parodie del tipico repertorio da violino, i quattro sconvolgono i canoni della tradizionale esecuzione statica e passiva, arrivando perfino ad inglobare il pubblico in un "tourbillon"  di suoni di violini, chitarra elettrica, nacchere, trombetta da circo e campaccio di campagna. Lo spettacolo si rivela un successo. 
Un'ora e mezza trascorre leggera, il pubblico divertito applaude, l'idea di dissacrare il concerto classico con "gags" comiche risulta geniale.
Pagaganini al teatro Häagen-Dazs Calderón

Pagagnini, con Yllana (Thomas Potiron, Eduardo Ortega, Gartxot Ortiz ), Ara Malikian.
Teatro Häagen-Dazs Calderón, desde el 3 de febrero al 27 de marzo
Calle Atocha, 18 (Plaza Jacinto Benavente) 28013 Madrid - Metro Sol y Tirso de Molina 

Tuesday, February 1, 2011

A Bologna arte a volontà in ogni dove

Si è conclusa ieri arte fiera di Bologna, uno degli appuntamenti più golosi per gli appassionati del contemporaneo. In verità, come spesso accade per questi eventi,  le cose più interessanti si vedono fuori dagli spazi canonici, ma procediamo con ordine, perché le cose da raccontare sono davvero molte. Allora svolgiamo il filo del racconto e cominciamo dalla fiera.

Tre padiglioni per oltre 200 gallerie provenienti dal mondo. Le gallerie sono variegate e trattano opere che guardano al moderno per poi scrutare verso il futuro, tramite le più giovani gallerie, quelle con meno di 5 anni di attività. Insomma una bella carrellata dove davanti agli occhi dello spettatore sfilano i classici come Fontana, Campigli, Morandi fino ai più contemporanei Catelan e Pistoletto. Questo solo per dare l'idea dei nomi più noti.
Da sottolineare come negli ultimi anni siano andati a calare in presenza i video e sia aumentata in modo davvero vistoso la pittura.
Che sia un ritorno all'ordine?
Lasciamo in sospeso questa imbarazzante domanda e torniamo a raccontare.
Molti artisti hanno proposto opere giocose, divertenti e divertite, opere piene di ironia a volte davvero raffinata, come "Cento singoli caratteri in 100 disegni" di Giosetta Fioroni. Disegno su carta.
 


Massiccia la presenza della fotografia a volte realistica, altre volte inquietante come nei lavori di Per Barclay, che gioca a spiazzare il fruitore. Ci presenta interni di palazzi storici ai quali siamo abituati ma che nelle sue immagini questi palazzi hanno qualcosa in più, forse dell'acqua? o forse degli specchi ? Pur osservando l'immagine da vicino non sappiamo bene cosa, ma certo è che questi interni, non conoscono confini e si moltiplicano. Non hanno più un pavimento ma presentando uno sdoppiamento un continuo modulare. E le finestre? Invece di affacciarsi all'esterno sembrano far rientrare all'interno, insomma lo spazio diventa spiazzante, ambiguo, inquietante per l'appunto.
Si riducono per numero le opere tenebrose e perverse che si ritorcono su loro stesse senza trovare una via di fuga ad un presente opprimente e infausto.
Finiti i tempi di bambole squartate, video ossessivi, e musiche tragiche che tanto ci avevano inflitto negli anni '90.
Ora usciamo da questi spazi e andiamo a raccontare brevemente saltando qua e là per il centro della città dove troviamo una mostra suggestiva fin dal titolo "se un giorno d'inverno un viaggiatore..." titolo tratto da un romanzo di Calvino.E queste opere sono presenti fino al 27 febbraio. Sotto la cura di Julia Draganovic per il centro storico fuoriescono le opere di artisti di oggi e vanno a  relazionarsi con le opere e gli spazi di sempre. L'evento si chiama  Art First ed è al sesto appuntamento.


E così magari si possono riscoprire musei mai visitati o luoghi soliti diventano improvvisamente estranianti. Allora cercate di seguire il filo che si srotola al di fuori della fiera e si svolge tra vicoli, piazze, cortili, musei e palazzi.  

Love of Lesbian, Zahara - Lucha De Gigantes