Thursday, January 5, 2012

The Jewish Museum in Berlin

The Jewish Museum in Berlin
Per gli appassionati di cultura in viaggio a Berlino non esistono solamente il Kulturforum e il Museuminsel, le due aree dove si concentrano i più grandi e importanti musei della capitale. Un percorso fuori dalle consuete rotte potrebbe condurli al Jewish Museum Berlin. Il museo si trova nel quartiere Kreuzberg, zona centro-sud di Berlino, e sin dall'esterno l'occhio viene catturato dalla discordanza dei due edifici che lo ospitano: una entrata centrale, dalla facciata antica ed austera, a cui dal settembre 2001 si è aggiunto l'edificio a forma di saetta o zig-zag dell'archi-star Daniel Libeskind, lo stesso che si sta occupando del nuovo volto del World Trade Center di New York e della riqualificazione della zona fiera, Citylife, per l'Expo milanese del 2015.
Si tratta di una visita dal percorso non lineare che conduce attraverso la storia degli ebrei tedeschi dalle origini fino ai giorni nostri, passando ovviamente per gli orrori del nazionalsocialismo e ciò che ne conseguì. Più che la mostra in sé, fatta di cenni storici e di accativanti oggetti multimediali, che divertono e allegeriscono la visita, lo spettatore viene catturato dalla maniera in cui l'edifico sembra "ispirare" il percorso, suggerendo emozioni e sensazioni di vertigine, vuoto, solitudine, mancanza. Ne è un esempio il piano sotterraneo che l'architetto ha scisso in tre diagonali: l'asse della continuità, l'asse dell'olocausto, l'asse dell'esilio, in quanto tre momenti caratterizzanti della storia degli ebrei tedeschi nel Novecento. In particolare, l'asse dell'olocausto termina in una torre diagonale dove si entra a piccoli gruppi e si è subito invasi dal senso di vuoto e di freddo trasmesso dal cemento che ti sovrasta, mentre la luce che si riceve da una feritoria in alto ricorda una lontana via di fuga. Analogo senso di smarrimento nel giardino dell'esilio che termina l'asse omonimo. Qui lo spettatore è costretto a vagare in un dedalo di blocchi di cemento altissimi, simili a quelli che si ritrovano in un altro punto della capitale: il memoriale della Shoa.
"The Memorial Void"
L'impressione più forte rimane quella dovuta al "Memory void", una stanza in cui lo spetattore è quasi invitato a calpestare centinaia di volti umani in ferro calcati nell'atto di gridare. Un simbolo struggente della sottomissione e degli infimi dolori patiti da questo popolo nell'olocausto.
Ne esci frastornato, colpito, ma anche ammaliato da questo nuovo modo di fruizione dell'opera e del suo contenitore, il museo, che riescono perfettamente a trasmettere, anche se solo per un attimo, quei sentimenti provati dal popolo ebraico durante la loro persecuzione.
Il museo ospita attualmente anche una mostra temporanea "Heimat Kunde" in cui 20 artisti di varia provenienza e origine sono stati chiamati a menifestare nelle proprie opere la propria percezione della Germania  e dell'identità tedesca.


www.jmberlin.de

Opening times: Daily 10 a.m.- 8 p.m. / Monday until 10 p.m.
Admission: 5 euros / reduced 2.50 euros