Chi riteneva che Iñarritu avesse raggiunto il massimo della sua visione cinemtografica con 21 grammi, con Biutiful è costretto a ricredersi. Il regista lascia la tipica sceneggiatura a intreccio di vite collegate tra loro per focalizzarsi sull'esistenza di Uzbal nel suo approssimarsi alla morte. Così facendo supera la prova del fuoco, oltrepassa il solito registro, che poteva averci leggermente stancato in Babel, per regalarci momenti di reale dolore, di confronto con vite al limite, specialmente quelle di immigrati africani e cinesi sfruttati fino allo schiavismo.
Sulla sfondo di una Barcellona irriconoscibile, Uzbal si muove avendo la morte al suo lato. Una famiglia divisa, una moglie infedele e con problemi psichici, la difficile convivenza con poteri che gli consentono di vedere e parlare ai morti, danno al film tinte fosche e cupe, in continuo bilico tra una realtà durissima da affrontare e scene da incubo come in un horror movie.
Magistrale l'interpretazione di Javier Bardem. Dopo la palma d'oro a Cannes per la miglior interpretazione maschile, l'attore ha già ipotecato l'Oscar.
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