
Intendiamo il tentativo di inserire la storia privata dei due fratelli, del loro difficile rapporto con il padre, all'interno di un quadro cronologicamente e temporalemnte piú ampio. Intendiamo la volontá dell'autore di lasciare che le immagini parlino da sé, con una natura che segue immutato il suo corso indifferente al dolore umano, ed un tempo preistorico, dove l'istinto della sopravvivenza non era poi cosí distinto da quello di un fratello che si sforza di sopravvivere al dolore per la morte di uno dei suoi cari.
Il tentativo diventa uno sforzo, qualcosa di insistito, si finisce col perdere il filo del discorso e la storia meravigliosa del nucleo familiare si sfalda, perde forma e consistenza per gli innesti continui di cui sopra. Lo spettatore esce stanco e c'è chi non vede l'ora che il film finisca.
Abbiamo amato ("La sottile linea rossa") e seguiremo amando la maniera di Terrence Malick di fare film, ma dubitiamo che questa sia la sua opera piú riuscita.