Friday, October 21, 2011

"The three of life" by Terrence Malick

L'ultimo festival di Cannes ha proclamato "The tree of life" vincitore, gridando al capolavoro. E non si può negare che il film abbia i suoi meriti: un cast eccezionale (Sean Penn, Brad Pitt, Fiona Shaw), una storia dolorosa al centro dell'obiettivo, una regia capace di cogliere momenti di vita privata legandoli alla storia della terrra e dell'universo. Ma tra tanti meriti bisogna anche citare i difetti. Il film arriva ad estenuarci con questo insistere su immagini naturalistiche, di rara bellezza, certo, ma sono troppe e troppe lunghe, quasi costituiscono un film dentro il film.
Intendiamo il tentativo di inserire la storia privata dei due fratelli, del loro difficile rapporto con il padre, all'interno di un quadro cronologicamente e temporalemnte piú ampio. Intendiamo la volontá dell'autore di lasciare che le immagini parlino da sé, con una natura che segue immutato il suo corso indifferente al dolore umano, ed un tempo preistorico, dove l'istinto della sopravvivenza non era poi cosí distinto da quello di un fratello che si sforza di sopravvivere al dolore per la morte di uno dei suoi cari.  
Il tentativo diventa uno sforzo, qualcosa di insistito, si finisce col perdere il filo del discorso e la storia meravigliosa del nucleo familiare si sfalda, perde forma e consistenza per gli innesti continui di cui sopra. Lo spettatore esce stanco e c'è chi non vede l'ora che il film finisca.
Abbiamo amato ("La sottile linea rossa") e seguiremo amando la maniera di Terrence Malick di fare film, ma dubitiamo che questa sia la sua opera piú riuscita.
   
 

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