
Il film che già ipoteca il prezioso riconoscimento è "De rouille et d'os" di Jacques Audiard, con un'intensa Marion Cotillard, già Oscar per la su interprestazione di Edith Piaf nel film "La vie en rose", e l'attore rivelazione protagonista della storia, uno sconosciuto Matthias Schoenaerts, già diventato sex symbol di questa edizione cannoise. La difficile storia tra i due, lei vittima di un incidente che la costringe alla perdita delle gambe, lui, uomo ai margini che fatica a trovare un posto nella società, è complicata dalla presenza del figlio di lui e dal lavoro, boxeur dilettante, che lui pratica per sbarcare il lunario. Una storia che registra in egual misura la trasformazione di una donna alla prese con la disabilità e di un uomo che difficilmente riesce a farsi carico di suo figlio. Fortunatamente il lieto fine arriva, quando magari già non ce lo aspettavamo più.
M. Cotillard convince (non ci stancheremo mai della sua bellezza "acqua e sapone"!), anche quando è alle prese con un personaggio così distante dal ruolo di E. Piaf che l'ha resa celebre.
Attenzione ad Haneke con il suo "Amour", sicuro contendente per la Palma d'oro.
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